IL LASCITO ESIGENTE DI PIERRE E FRANCO IN OCCASIONE DEL CONGRESSO DELLA CISL
Il diciannovesimo congresso della Cisl, in programma a Roma alla fine di maggio 2022, è il primo dopo numerosi decenni a svolgersi senza la presenza di di Pierre Carniti e Franco Marini, due grandissimi dirigenti sindacali cislini, indimenticati segretari generali della confederazione.
Il libro che ha “celebrato” gli ottanta anni di Carniti, riporta, tra i vari sottotitoli: “una vita senza rimpianti, Pierre Carniti e il suo tempo”.
Un bel volume uscito negli scorsi mesi che ricorda Franco Marini, si intitola, con un bel gioco di parole: “Sempre Franco”.
A quattro anni dalla scomparsa di Carniti e a un anno dalla scomparsa di Marini, non dobbiamo stancarci di ricordare il profilo storico di due grandi protagonisti della Cisl e dell’Italia della seconda parte del Novecento.Anche oggi, in un tempo in cui non possiamo non guardare fuori da noi, alla tragedia che sta accadendo in Ucraina, ai confini dell’Unione Europea.
E’ ancora recente l’eco della scomparsa per proporre un profilo distaccato e scientifico, tuttavia dobbiamo sforzarci di avviare, insieme alle testimonianze personali, una riflessione sull’originale e paradigmatica esperienza sindacale di questi due grandi segretari generali della Cisl nell’ampio contesto temporale in cui si è sviluppata.
Il tema del tempo, di oltre sei decenni di impegno sociale e sindacale di Carniti e Marini, permette di svolgere, infatti, una prima riflessione.Dobbiamo guardare a queste figure non nell’ottica tradizionale di un tempo cronologico, per quanto esteso, ma di un kairòs, un “tempo opportuno”.
Paolo Giuntella altro grande testimone, in un suo testo, “Il fiore rosso” ci ricordava che nel Libro della giungla di Kipling, il cucciolo d’uomo Mowgli riesce a vincere l’arrogante tigre Shere Khan con il fiore rosso, il fuoco, un tizzone ardente. Il fuoco non brucia Shere Khan, lo allontana per sempre.
Prendendo lo spunto da questo episodio e, soprattutto da questa simbologia, Giuntella ci mostra il passaggio, di generazione in generazione, del tizzone ardente, del fuoco della fede, del fuoco interiore, fino ad oggi e all’infinito.
Come scriveva Giuntella: “non è, dunque, la potenza delle pietre dei templi o la forza delle istituzioni ad assicurarci l’avvenire, ma il passaggio da persona a persona di questo tizzone ardente, del fiore rosso della testimonianza.”Un lascito, impegnativo e appassionante, che gli indimenticabili Pierre e Franco consegnano oggi alla “loro” Cisl e, più in generale, a tutto il sindacalismo confederale italiano.
In allegato l’articolo di Francesco Lauria (Centro Studi Cisl), pubblicato il 25 maggio da Il Diario del Lavoro.