Chi ha letto “Cipolle e libertà”, libro di memorie di Gelmino Ottaviani, operaio metalmeccanico della Riello, o ne ha visto la riduzione a monologo del “Teatro civico” di Marco Paolini, capisce bene quel che voglio dire: l’orgoglio, l’identità storica del “cislino” sta tutta nel puntiglio, nella meticolosità, nella tenacia con cui, fin dalle origini, abbiamo chiesto e poi ottenuto di trattare i problemi concreti dei lavoratori, le condizioni di lavoro, il salario, i ritmi, i carichi, la sicurezza, la professionalità, in una parola la dignità della persona che lavora, in ogni luogo di lavoro.