Hanno spezzato una vita, calpestato una famiglia, ferito unmovimento, per sparare a un’idea

da | Apr 1, 2025 | In evidenza, Saggi e Articoli

Di Pierre Carniti

Discorso pronunciato da Pierre Carniti in occasione dei funerali di Ezio Tarantelli il 29 marzo 1985.

Un testo che spiega ogni cosa: la passione di Ezio, la scelta della Cisl, il compito di “cercare di essere degni” di questo sacrificio.

Ci troviamo qui in un ultimo saluto a Ezio Tarantelli, tremendamente impoveriti. Privati di un aiuto, di una intelligenza straordinaria, privati di un’amicizia.
Per molti di noi, persone della Cisl e di tutto il sindacato, queste giornate come poche altre hanno recato il segno di un dolore veramente inatteso.
Ezio Tarantelli ci ha incontrato, ha voluto intraprendere con noi un cammino in un momento difficile, quando si andava chiarendo il bisogno di dare un senso nuovo all’azione sindacale.
Quando il movimento sindacale ed operaio non erano più una facile attrattiva per una larga parte del ceto intellettuale.
Quando cioè lavorare nel e per il sindacato diventava un impegno severo non più accompagnato da facili consensi.
Con Ezio Tarantelli e grazie a lui abbiamo affrontato un’operazione di “verità”, abbiamo osato dare voce alla ragione, andare oltre una fase ricca di successi, ma non riproducibile.
Si trattava, e questo era ed è il compito, di rispondere alla sfida della disoccupazione, della disperazione giovanile, rompendo necessariamente con slogan che avevano perduto ogni autenticità.
Abbiamo incontrato un uomo che avrebbe potuto con le sue conoscenze scientifiche, con la sua capacità di elaborazione, diventare subito un “autorità” al di sopra delle parti, un consigliere titolato della nazione. Egli, invece, senza alcun moralismo, ha scelto di stare con il sindacato e con la Cisl.
Aveva un’esigenza di “servire” che la fortuna accademica e giornalistica non potevano soddisfare.
Di qui il progetto culturale e politico che l’ha visto protagonista: dare corpo ad una nuova logica delle relazioni industriali, impostare una politica di tutti i redditi, costruire un equilibrio più giusto, non per via d’autorità, né affidandosi ciecamente al crudo mercato, ma attraverso la consapevole partecipazione delle forze sociali.
Ci ha aiutato a pensare un sindacato che per la prima volta e sul serio mette il lavoro al primo posto. Ha dato strumenti al sentimento della solidarietà.
Non basta, infatti, predicarla la solidarietà! Occorre renderla plausibile, efficace, farne un programma.
Ci ha aiutato a considerare i nostri problemi in modo non provinciale, a vivere intellettualmente la dimensione planetaria
della giustizia. La sua ultima proposta in campo monetario europeo, segna il passaggio della nostra elaborazione a un’età più adulta.
Nel corso dell’intenso cammino che è stato stroncato abbiamo scoperto la sua intelligenza, la sua genialità. Ma insieme gli altri
doni di una persona rara: il calore, la responsabilità, il senso di un’amicizia.
Non possiamo ricordarlo per il suo contributo di idee senza che contemporaneamente ci venga in mente il tratto umano, la persona.
Per questo il senso di assurdità è totale.
Hanno spezzato una vita, calpestato una famiglia, ferito un movimento, per sparare su un’idea.
La cultura dell’omicidio torna di fronte a noi a ricordarci che prima di ogni altro impegno, di qualsiasi linea politica, di
qualsiasi confronto, c’è la vita dell’uomo, l’unica cosa che mai va considerata un mezzo, uno strumento.
Credenti e non credenti su tale principio debbono trovare un’intesa che precede la politica, il sindacato, l’azione sociale. Solo il
rispetto radicale, di quel principio dà significato al nostro lavoro.
Perciò chi ha colpito Ezio Tarantelli, chi ha voluto colpire anche noi non riuscirà a produrre paura, a spegnere la passione per la verità e per la solidarietà che hanno animato la ricerca di Ezio.
Per chi ha il dono della fede questo tremendo commiato rimanda ad altri incontri.
Per tutti il buio di questi giorni conserva la luce ed il calore di una grande testimonianza umana ed intellettuale.
Cercheremo di esserne degni.

(testo dell’intervento svolto a nome di tutto il sindacato ai funerali di Ezio Tarantelli, il 29 marzo 1985, pubblicato da
Conquiste del Lavoro dell’ 8 aprile 1985).