Discepoli e testimoni. A un anno dalla scomparsa di Maresco Ballini

da | Dic 27, 2019 | Saggi e Articoli

Dodici mesi fa, nella notte di Natale, scompariva Maresco Ballini, già allievo di Don Lorenzo Milani e del Centro Studi Cisl, figura sindacale importante di collegamento tra la toscana e la “primavera” cislina nei primi anni sessanta in Lombardia. 
Fu Maresco Ballini (che arrivò successivamente alla segreteria nazionale della Filta, la federazione dei lavoratori Cisl del tessile e dell’abbigliamento) a scrivere un bel ricordo di Don Milani su Dibattito Sindacale, la mitica rivista della Fim di Milano, fondata da Pierre Carniti,  nell’estate del 1967 (primo allegato).
Di Dibattito Sindacale, rivista importantissima, appare interessante ricordare anche il sottotitolo: “Inchieste, idee, problemi”.
Proprio nei giorni prima del Natale 2019 il Centro Studi Cisl di Firenze ha ricevuto in dono le carte personali di Maresco Ballini tra cui i suoi appunti del corso lungo al Centro Studi.
Il 27 dicembre 2018, in occasione dei funerali di Ballini, che negli anni novanta del Novecento divenne anche direttore amministrativo del Centro Studi,  don Sandro Lagomarsini ha pronunciato una significativa omelia in ricordo dell’uomo e del  “sindacalista” Maresco.
Il sacerdote ha parlato di  disegno sapiente nelle tre feste che seguono il Natale: Santo Stefano, San Giovanni Evangelista, i Santi Innocenti. Di seguito uno stralcio dell’intervento; il testo completo dedicato a Ballini, poi pubblicato nella nuova edizione di:“Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana”, si trova nel secondo allegato.
 
Essere discepoli e testimoni: un disegno sapiente (stralci dall’omelia in ricordo di Maresco Ballini)
Il 27 dicembre 2018 don Sandro Lagomarsini, amico di vecchia data, nel celebrare il funerale dell’allievo di Don Milani e sindacalista, aveva ricordato come Santo Stefano sia da considerare un’avanguardia nell’ascoltodello Spirito Santo.
Il primo martire cristiano avevacapito prima degli altri che la fede doveva staccarsi dalla sua matrice mosaica. Un modello, forte nella parola ma generoso nel perdono verso i persecutori:«Signore, non imputare loro questo peccato».
I Santi Innocenti – recita un antico poeta cristiano – rappresentano, poi, tutti gli esseri umani travolti senza colpa dal turbine della Storia e dall’odio dei potenti.
Lagomarsini ha continuato:
Ma oggi noi, come «concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,19), siamo con il nostro amico Maresco ospiti di Giovanni, autore del quarto Vangelo, la più profonda riflessione sul mistero di Gesù, autore del-l’Apocalisse, che ci invita a leggere nella Storia le vie di Dio, messag-gero di tre lettere d’amore alle comunità cristiane.
È Giovanni che lega questi tre giorni con la parola «testimonianza», parola che egli ama molto e che è la radice del martirio. E Giovanni, che San Paolo riconosce come una delle «colonne» della Chiesa, a se stesso applica solo la parola «discepolo».
È un «discepolo» quello che corre dopo la segnalazione della Maddalena, perché forse può incontrare il Maestro e chiedergli luce sulla realtà che c’è oltre la morte.
È un discepolo attento quello che, nella nebbia del mattino, riconosce il Signore Risorto nello sconosciuto che sta sulla riva del mare di Galilea.
È un vero discepolo quello che, alla finedel suo Vangelo, dichiara che se le cose compiute da Gesù «fossero scritte una per una[…] ilmondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere».
Ed è un cuore di discepolo quello che traspare all’inizio della sua prima lettera: «Ciò che abbiamo udito (e che era fin dal principio), ciò che abbiamo visto, ciò che abbiamo contemplato, ciò che le nostre mani hanno toccato, lo annunciamo anche a voi».
Passando dall’esegesi biblica alla vita dell’amico sindacalista, appena scomparso, il sacerdote ha proseguito:
Non faccio torto a nessuno, credo, se dico che questa figura di discepolo è stata impersonata anche dal nostro amico Maresco.
Allievo di un maestro esigente e fedele, don Lorenzo Milani, Maresco è stato uno dei custodi della sua eredità, attento a non lasciare stravolgere o ridurre o impoverire la sua lezione evangelica.
Maresco ha messo in pratica questa lezione formando una famiglia, educando i figli, servendo i fratelli con l’attività sindacale e la vicinanza alle persone in disagio. (…)