Nel mese di novembre 2017 ho svolto tre corsi di formazione per rappresentanti sindacali nei luoghi di lavoro di federazioni aderenti alla Confederation od Ethiopian Trade Unions (CETU) nell’ambito di un programma che dura da anni e che mette particolare attenzione alle condizioni di lavoro e retribuzione delle donne. Il progetto è realizzato da ISCOS Marche e ISCOS Emilia Romagna e ha portato alla realizzazione di diverse attività, come si può vedere alla pagina
http://iscos.cislmarche.it/etiopia-lavoro-dignitoso-per-le-donne/
L’Etiopia è un paese povero, il PIL pro capite a parità di potere d’acquisto la vede collocata al 170° posto su 190 paesi, ben più in basso, per fare un paio di esempi, di Bangladesh o Pakistan.
La speranza di vita però è di circa 64 anni, superiore di un paio d’anni a quella del vicino Kenia e di ben 10 rispetto all’apparentemente più ricca Nigeria.
È un paese prevalentemente agricolo, ma con una agricoltura in gran parte di sussistenza che occupa circa l’80% della popolazione, incide per 40% del PIL ma per quasi il 90% delle esportazioni. Nelle aree rurali la gran parte delle abitazioni sono capanne di legno e argilla, prive di acqua corrente (che quando va bene arriva al villaggio, ma «appena i contadini diventano più ricchi si voglio fare il tetto in lamiera zincata», mi ha detto uno degli interpreti.
Nell’esportazione è rilevante il settore florovivaistico, uno dei settori su cui si focalizza la nostra attività di cooperazione con il CETU. La quasi totalità di fiori recisi come rose e gerbere che sono commercializzati in Italia vengono da Kenia ed Etiopia. Protagoniste di questa attività sono multinazionali prevalentemente olandesi e una grande quantità di lavoratrici donne.
Ma quello che colpisce in giro per il paese è la quantità di giovani. In base ai dati del 2015 l’età media è inferiore a 19 anni e il tasso di fertilità supera le quattro nascite per donna.
A maggio 2015 sono stati chiamati alle urne oltre 36 milioni di etiopi su 102 milioni di abitanti e il partito di governo ha ottenuto 546 seggi su 547. Ovviamente ci sono state accuse di brogli.
Il turismo sta diventando importante; sia quello culturale per la presenza di siti storici e la diversità dei gruppi etnici sia quello rivolto agli ambienti naturali. In fila per il visto all’arrivo erano numerosi gli europei, uomini e donne di età in prevalenza prossima a quella che lì è la soglia media della speranza di vita.
I corsi di formazione cui ho collaborato come formatore/docente hanno avuto come oggetto la legislazione (norme ILO e legge sul lavoro dell’Etiopia) curata da un formatore dirigente sindacale CETU, mentre io ho trattato la contrattazione collettiva a livello aziendale (unica forma esistente) e le tecniche negoziali. La durata è stata di quattro giorni ciascuno e si sono svolti in tre diverse località: Arba Minch, a circa 500 km. a sud di Addis Abeba, a Kombolcha, a 330 km a nord e a Adama, a un centinaio di km. a sud est della capitale.
L’impegno del Centro Studi nella formazione sindacale in Etiopia proseguirà: nei prossimi giorni partirà Marco Lai che tratterà il diritto del lavoro in particolare in relazione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
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